A proposito di clima e migrazioni

Il fenomeno del cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide che il mondo e l’umanità devono affrontare in questo periodo storico; tuttavia, il problema non è solo per gli ecosistemi e per l’ambiente ma anche per noi umani, causa del cambiamento climatico e contemporaneamente anche primi a subirne le devastanti conseguenze. Ecco perché ogni anno milioni di persone lasciano le loro case allagate, distrutte dai cicloni e i loro campi devastatati dalla siccità per cercar fortuna altrove. Secondo una stima delle Nazioni Unite, entro il 2050 potrebbero essere costretti ad abbandonare le proprie case a causa dei cambiamenti climatici ben 200 milioni di persone in tutto il mondo e l’Italia e il Piemonte non sono esenti da questa problematica.


I cambiamenti climatici, infatti, causano in molte regioni già soggette ad instabilità politica e sociale, una forte riduzione delle risorse naturali ed economiche, desertificazione, aumento del livello del mare ed eventi meteorologici estremi come uragani ed alluvioni e siccità intense e prolungate nel tempo. Tutto ciò può portare a una serie di problemi socioeconomici, tra cui i conflitti per il controllo delle risorse idriche e l’impoverimento delle fasce più basse della popolazione. Insomma tutti fattori che conducono inevitabilmente alla generazione di ingenti flussi migratori verso i Paesi ambientalmente più stabili.
Partendo da queste considerazioni, come noviziato del gruppo scout AGESCI settimese, il Settimo 1, abbiamo deciso di approfondire il tema e di capire come questo fenomeno incida sui flussi migratori e sulla vita dei cittadini. Abbiamo quindi iniziato un lavoro di ricerca che ci ha permesso di comprendere meglio le cause e le conseguenze del fenomeno con una particolare attenzione all’impegno civico che ognuno di noi può mettere nello sforzo collettivo contro la crisi climatica.


Le nostre ricerche ci hanno portato a constatare che il cambiamento climatico sta già avendo un impatto significativo sulle migrazioni, sia a livello globale che locale. In Italia, ad esempio, molte delle persone che cercano asilo provengono da paesi come la Somalia, la Nigeria e l’Eritrea, dove la siccità, le inondazioni e gli altri effetti del cambiamento climatico stanno distruggendo le colture e le risorse naturali e questa forte pressione migratoria non risparmia il Piemonte e il torinese, da sempre in prima linea nei progetti di accoglienza, assistenza ed integrazione.


Dopo aver compreso l’entità e l’importanza di questo fenomeno e le sue possibili soluzioni, il nostro gruppo scout ha partecipato a diverse attività di volontariato per trasformare in un contributo pratico ciò che solo teoricamente avevamo imparato. Una delle nostre esperienze più significative è stata un’attività di volontariato presso il Sermig di Torino, un’organizzazione che fornisce assistenza ai migranti e ai senzatetto. Qui abbiamo avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con volontari da tutta Italia che presso l’Arsenale della Pace si adoperano ogni giorno con tutte le loro energie per la comunità e sentire i loro racconti ed esperienze di vita in questo campo fino a constatare il ruolo vitale che questa organizzazione ha nel tessuto sociale italiano.

Abbiamo in seguito anche partecipato a una serie di attività di formazione presso la Casa dei Popoli di Settimo Torinese, che cogliamo l’occasione di ringraziare sentitamente, un’associazione che, in collaborazione con altre realtà territoriali, si profonde quotidianamente in un impegno pratico per l’integrazione con iniziative quali la scuola di italiano per stranieri e l’emporio solidale, situato presso il Museo del Freidano.


In conclusione, la crisi ambientale e la questione dei migranti climatici sono un tema che richiede attenzione ed impegno sempre maggiore da parte di tutti i cittadini, non solo per il nostro pianeta, ma anche per l’impatto che questi cambiamenti provocheranno e già adesso provocano sulla nostra società. Il nostro gruppo scout ha cercato di fare la sua parte, partecipando a attività di volontariato e formazione e sensibilizzando la comunità locale sull’importanza di questo tema ma è prima di tutto un invito per tutti a fare altrettanto, consapevoli che si può fare qualcosa, anzi si deve fare qualcosa e il primo passo è prendere consapevolezza del problema in tutte le sue sfaccettature.

Il Noviziato